considerazioni dopo lettura su Facebook
Introduzione
In questi giorni di fine anno, mi è capitato di leggere, su Facebook, alcuni commenti sulle reazioni ai comportamenti medici nel rapporto con i Pazienti o con gli Assistiti. Premetto che la platea di Facebook verosimilmente rispecchia fedelmente, almeno in parte, la nostra società: almeno la componente “digitalizzata” (platea che va quotidianamente e giustamente allargandosi). Da Medico di Famiglia evito commenti troppo diretti e non accetto richieste di “amicizia” da parte di miei assistiti: questo per mantenere equilibrio e correttezza proprio verso di loro. Facebook offre indubbiamente spunti di riflessione e questo articolo trae spunto proprio da queste riflessioni
“Io decido di me stessa e gli altri decidono per se stessi nel bene e nel male”
Si parlava dell’uso delle mascherine protettive in questo periodo di recrudescenza del virurs SARS-CoV- 2 (il COVID).
Trovo che questa posizione sia particolarmente infelice e che sappia molto di “LA VAGINA E’ MIA E LA GESTISCO IO” di sessantottina memoria. Ma siamo nel 2024 e non si sta “battagliando”, ad esempio, per il diritto all’aborto.
Mi chiedo piuttosto dove finisca il mio e dove cominci l’altro. Mi chiedo quando quello che penso sia meglio per me sia invece dannoso per l’altro, ma in definitiva anche per me (stiamo parlando di prevenzione in ambito sanitario). Con la frase titolo di questo paragrafo, penso si stia semplificando quello che semplice non è.
Mascherine e vaccini sul banco degli accusati
Mi chiedo dove stia la verità su mascherine e vaccini, ma penso sia troppo presto per valutazioni definitive. Ha fatto più male l’uso della mascherina e l’inalazione di maggiori quantità di CO2 o finire in una rianimazione?
Personalmente, data la mia esperienza in reparto durante la prima e la seconda ondata, penso alla mascherina come a un salvavita: forse oggi non è più così in assoluto, ma lo è per soggetti con difese immunitarie ridotte (anziani, pazienti oncologici, pazienti con più patologie).
E i vaccini? Penso che siano alla base della minor virulenza del SARS-CoV-2 nelle sue varianti.
Diversa è la questione effetti indesiderati, effetti collaterali, effetti a lungo termine. Anche in questo caso penso sia troppo presto per valutazioni definitive. Mi chiedo quale sia la significatività statistica di un evento negativo per un farmaco somministrato almeno cinquanta miliardi di volte (e forse pecco per difetto). Mi chiedo quanti morti ci sarebbero stati fintanto non fosse stata raggiunta l’immunità di gregge. Ma il mantra “vaccino no buono” corre di bocca in bocca come qualsiasi pettegolezzo: diffido di chi “isterizza” ed “estremizza” questo concetto e di chi lo “manipola”.
Certezze e buonsenso
Oggi continuo a non avere certezze, seguo iil “buonsenso” e ciò che ho studiato e continuo a studiare. Mi dico spesso “la Medicina non è la matematica, il più delle volte è statistica, ma qualche volta intuizione”: seguo le linee guida, ma il paziente può non migliorare e a volte morire, seguo una intuizione, mi scosto dal “seminato” e tutto si risolve. Ci sono e ci devono essere regole e indirizzi, grandi numeri delle esperienze ma non assoluti: quando curi una persona tutto si complica (la persona non è la malattia) e si fa spesso più difficile e complicato, anche per il Medico più bravo sulla Terra.
Ippocrate e il giuramento
Si tratta di un documento che risale alla notte dei tempi e, nel frattempo, le società sono andate avanti modificandosi e adattandosi ai tempi. In particolare, il fatto che il Medico debba sostentarsi e sostentare la famiglia (come qualsiasi lavoratore) complica un po’ le cose: quando entrano in gioco i soldi, soprattutto nelle professioni a sfondo etico e morale, comincia a vacillare la fiducia. In un mondo ideale questi lavori andrebbero regolamentati un po’ più rigidamente perché non nasca il dubbio che alcune scelte siano state fatte a fine economico. Ma il mondo reale è un’altra cosa: Ippocrate è morto e quindi non resta che valutare l’impegno, l’empatia e la professionalità del proprio Medico, quotidianamente e senza pregiudizi “modaioli”. I Medico si può cambiare liberamente e senza dare spiegazioni a nessuno: se non c’è fiducia lo si lasci serenamente, se se ne ha fiducia che lo si tratti di conseguenza e che si accettino le sue regole, i suoi suggerimenti, le sue prescrizioni.